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Festival Sanremo 2016 al via la prima serata della 66° edizione

Festival di Sanremo

E' partita questa attesissima sessanteseiesima edizione del Festival di Sanremo, capitanata anche quest'anno da Carlo Conti, affiancato da Virginia Raffaele, Madalina Ghenea e Gabriel Garko. Una prova non da poco per il super conduttore de “L'eredità”, che non teme la maledizione del “Sanrem...

E’ partita questa attesissima sessanteseiesima edizione del Festival di Sanremo, capitanata anche quest’anno da Carlo Conti, affiancato da Virginia Raffaele, Madalina Ghenea e Gabriel Garko.
Una prova non da poco per il super conduttore de “L’eredità”, che non teme la maledizione del “Sanremo bis” e si conferma essere il fiore all’occhiello della rete ammiraglia.
Brillante e disinvolto, fa partire il Festival con uno splendido amarcord dedicato ai vincitori delle passate edizioni, che intrattiene piacevolmente, consentendoci di entrare piano piano nell’atmosfera del festival, con un pizzico di nostalgia.
Dopo di ciò, tutto inizia a scorrere velocemente e sembra preamboli, si inizia subito con la gara, com’è nello “stile Conti”, eliminando tutti i barbosi riferimenti a votazioni, dinamiche del televoto, tecniche e composizioni della giuria, inutili dettagli destinati ad allungare inevitabilmente i tempi della trasmissione (tanto, diciamocelo, nessuno saprà mai cosa accade veramente).
E veniamo ai c.d. “valletti”. Bellissima e affascinante Madalina Ghenea, che non delude affatto come conduttrice, discreta ed elegante (siamo lontani anni luce dalla “farfallina di Belen”), che ci regala una dizione assolutamente priva di “papere”; da urlo Gabriel Garko, anche lui perfettamente calato nella parte, che non fa una piega e non commette nemmeno un errore, rivelando di possedere oltre alla nota phisique du rol anche una inaspettata professionalità fino ad arrivare alla vera e propria rivelazione di questo festival, la spumeggiante Virginia Raffaele, nei panni di una inarrestabile Sabrina Ferilli.
Si muove con assoluta padronanza della scena, sembra che stia tranquillamente seduta nel salotto di casa sua, a punzecchiare Carlo Conti, una sorta di nuova Litizzetto ma molto più gradevole alla vista e con molte meno ambizioni intellettuali.
Grande sobrietà, quindi, in tutto. Veloci le esibizioni dei cantanti, 10 Big che scorrono via in un lampo senza stancare coi soliti pezzi già visti o le solite lagne, anche se le canzoni ascoltate fin ora non sembrano proprio orecchiabilissime.
Ritmo serrato, dunque, con superospiti intervallati sapientemente alla gara. Ottima la performance di Laura Pausini, artista di fama internazionale che non ha perduto la semplicità e la capacità di emozionarsi, irresistibili Aldo Giovanni e Giacomo, tre sprovveduti che sembrano davvero “piovuti dall’alto”, portando sul palco un umorismo assolutamente leggero, non offensivo e per niente autocelebrativo, fino ad arrivare alla star Elton John, artista immenso ben aldilà di ogni vuota polemica, di una bravura e di un’eleganza indescrivibili, che si esibisce col solo ausilio del pianoforte regalandoci una performance da brivido, che di per sé vale tutto il Festival.
In attesa dei famigerati dati dell’auditel, che siamo sicuri premieranno anche quest’anno il mattatore Carlo Conti, non si può che constatare che la formula scelta sembra senz’altro azzeccata.
La vera forza di questo Festival è infatti tutta nel ritmo e nel tentativo (riuscito) di svecchiare una kermesse con più di mille anni, che per alcuni potrebbe apparire superata ma che è ancora in grado di offrire una serata piacevole, fatta di buona musica (sebbene le canzoni in gara non siano proprio tutte memorabili) e un giusto mix di intrattenimento, satira e scenografia, senza strafare in niente. Un’impresa difficilissima, insomma. Jole De Castro